Vaso a corpo piriforme, orlo estroflesso, fondo piatto; due anse a nastro verticale impostate sulla massima espansione del ventre. Su ingobbio chiaro decorazione in rosso e in nero. Sul corpo del vaso, suddiviso in quattro zone da un’ampia banda in colore rosso marginata in nero, serie di linee zig-zaganti e triangoli campiti da tratti obliqui. Il vaso, per la forma e per il repertorio figurativo si inserisce nella produzione vascolare dell’Eneolitico antico del Siracusano. In quest’area, infatti, vennero ritrovati grandi contenitori biansati sia a decorazione geometrica incisa che dipinta: quest’ultimo stile, dal nome della grotta in cui avvenne la prima scoperta, è stato definito stile del Conzo.
Il vaso qui presentato proviene dalla grotta della Chiusazza, una cavità carsica vicino Canicattini Bagni (Sr), esplorata negli anni ‘50 del secolo scorso; essa ha restituito una sovrapposizione di livelli archeologici dal Neolitico finale al Bronzo Medio con tracce di frequentazione nel Bronzo finale ed in epoca greca. Questa sequenza stratigrafica ha rappresentato l’impalcatura fondamentale della successione delle fasi preistoriche siciliane.
Venne utilizzata come abitazione o come riparo stagionale da gruppi legati alle attività pastorali, i quali possedevano beni di prestigio, come un pugnaletto in rame, e ceramica di probabile produzione maltese.