È costituito da una catena di anelli di varia dimensione che si collega ad una piastra orizzontale forata con appendici a forma di testa di uccello, da cui pendono dei tubetti cavi in sottile lamina in bronzo; un campanellino di forma conica era originariamente legato al primo anello della catena. Borchiette in bronzo con anellino interno dovevano essere disposti al di sopra della barretta e cuciti sull’indumento del defunto.
Interpretato come strumento musicale, probabilmente era indossato come pettorale e tintinnava quando la persona che lo indossava si muoveva; era deposto in una sepoltura entro pithos ritrovata nella necropoli di Madonna del Piano.
Lo scheletro si presentava piegato in due al bacino e il corredo era composto, oltre che dal tintinnabulo, da una serie di oggetti di ornamento personale e di abbigliamento, un anello ed un orecchino, una fibula con arco a gomito, ed alcuni strumenti legati al lavoro domestico femminile, come la filatura dei tessuti: il coltellino, il rocchetto, l’ago, la fuseruola e un pettine di avorio. Il corredo riflette il ruolo della donna nella società del periodo tradizionalmente legato alle attività di filatura e tessitura, connotandone la funzione all’interno della organizzazione del lavoro e dell’economia della casa e del villaggio.
Tintinnabula simili sono stati ritrovati in una sepoltura da Cugno Carrubbe presso Lentini e in alcuni sepolcreti della Calabria, sempre associati a tombe di donne adulte di rango particolarmente elevato.