Polizzello (CL), dall’acropoli
Modellino realizzato in terracotta, di capanna a base circolare e profilo tronco conico, aperto sulla sommità e rifinito con un orlo estroflesso piatto, sormontato da un’ansa a nastro disposta a ponticello. Sul corpo si apre una porta trapezoidale sottolineata da una cornice apicata alle estremità superiori.
Il versante occidentale della Sicilia conserva a lungo la propria tradizione indigena, sicana, e resiste alla progressiva ellenizzazione dell’isola. Qui, tra l’VIII ed il VII secolo a.C., i rinvenimenti archeologici hanno permesso di definire una facies culturale detta di S.Angelo Muxaro- Polizzello, dai due principali centri, differenziata da quella delle zone costiere (facies di Pantalica Sud e Finocchito), dove i Greci avevano fondato le prime colonie. Il nostro modellino si colloca in questo contesto culturale ed è un oggetto rituale, rinvenuto all’interno della stipe di un sacello, sull’acropoli di Polizzello, quindi in ambito sacro. Esso è stato messo in relazione con la tradizione cretese risalente al mondo minoico (Palermo 1981), attiva ancora a Polizzello in piena epoca storica, anche se non mancano gli elementi di diversificazione, come le decorazioni di tipo geometrico, o il motivo della cornice apicata che richiama le tombe rupestri pre e protostoriche siciliane: dunque può essere considerato espressione di lontane influenze egee mediate attraverso forme preistoriche locali.