Unico esemplare esistente di maschera teatrale di età arcaica, poteva adattarsi al volto dell’attore; un foro dietro il padiglione auricolare destro consentiva l’aggancio della parrucca. I dati fisiognomici, nella loro pregnante essenzialità, esercitano un’attrattiva magnetica: occhi allungati con bulbi oculari ad iridi forate, in ampie orbite, con archi sopraccigliari che continuano la linea del naso pronunciato e diretto con narici forate, e larga bocca aperta con labbra a grosso rilievo.
L.Bernabò Brea ipotizza che la rottura del bordo della maschera ne abbia determinato l’abbandono. Attori della commedia antica, raffigurati gesticolanti in statuette rinvenute in corredi delle necropoli di Lipari e di Camarina, indossavano maschere simili.
- L.Bernabò Brea, Megara Hyblaea, in Archeologia nella Sicilia sud-orientale, Napoli 1973, , tav. LVI.
- L.Bernabò Brea (con la collaborazione di M.Cavalier), Terracotte teatrali e buffonesche della Sicilia Orientale e Centrale, Palermo 2002, pp.29-32, fig.1.
- C.Ciurcina, in R. Panvini – L. Sole (a cura di), La Sicilia in età arcaica. Dalle apoikiai al 480 a.C, Catalogo della Mostra, Palermo 2009.