Oggetto
Kore con colomba
Inventario
47041
Provenienza
Monte Casale: rinvenuta casualmente poco lontano dalla ricca fonte che sgorga da un antro naturale sul versante sud di Monte Casale, acquistata nell’ottobre 1932
Descrizione

La figura femminile, di cui si conserva il busto reso di prospetto, ha una testa ovale, con una larga tenia, da cui fuoriesce sulla fronte una frangia resa come un sottile nastro ondulato; da dietro le orecchie si dipartono tre lunghe trecce, composte da grosse ciocche a nodo, che scendono aprendosi due sul seno e una dietro la spalla: a sinistra la treccia che scende posteriormente non è lavorata.

Il volto ha grandi occhi a mandorla, dai tratti non definiti, che si aprono sotto due arcate a spigolo vivo con un taglio che, unico, prosegue a segnare il naso, largo, dalle narici arrotondate. Nonostante l’ampia scheggiatura, si legge da un lato l’estremità della bocca, dalle labbra spesse, anch’esse tagliate a spigolo vivo; breve e arrotondato è il mento. Ai lati le orecchie, dal padiglione ben delineato con un doppio solco, sembrano portare orecchini a disco.

Indossa un sottile chitone che aderisce al corpo, seguendo la leggera sporgenza dei seni.

E’ priva di entrambe le braccia, mancanti all’altezza dei deltoidi: mentre il destro è rotto con una frattura regolare, quello sinistro presenta un taglio a squadra che risparmia solo il deltoide esterno e interessa anche l’estremità inferiore della treccia non lavorata. Solo parzialmente leggibili sono le due mani che all’altezza del grembo tengono un piccolo volatile.

La figura sporge da un fondo, quasi una sorta di spalliera, sagomata in modo da seguirne il contorno e terminante in alto lateralmente con una voluta dal profilo tondeggiante; appoggiato alla testa, è un pesante elemento dalla sagoma ricurva, che sulla sommità presenta un incasso rettangolare: si potrebbe ritenere, nel considerare i tanti elementi mancanti di una rifinitura finale, che si tratti di un polos, come si ritrova in diverse opere del primo arcaismo, o una sorta di protezione, come interpretato (Langlotz), sull’esempio delle statue di Dermys e Kitylos.

L’opera presenta nell’impostazione ancora elementi subdedalici e nella sua recente analisi la Böhm, pur rilevando che la lettura risulta condizionata dal non finito, propone una cronologia intorno al primo quarto del VI sec. a.C.

La figura femminile che reca in mano un volatile, verosimilmente una colomba, rimanda al culto di Afrodite, secondo una iconografia largamente diffusa nella contemporanea coroplastica e nella statuaria, in particolare di ambiente magnogreco e ionico; il volatile è anche un attributo che ha una connotazione diversa, ctonia, come attestano le numerose immagini di defunti su stele funerarie (cronologicamente più tarde, a partire dal V sec. a.C.) diffuse soprattutto in Attica.

Recentemente è stato proposto (Melfi) di vedere nell’opera, e per le dimensioni di poco inferiori al vero, e per la sua monumentalità, la statua di culto relativa alla prima fase edilizia del tempio di Monte Casale, tempio per il quale si è ipotizzata una dedica ad Ares, ma per il quale si potrebbe piuttosto pensare ad una divinità femminile.

Decorazione
Materiale/tecnica
Pietra calcarea; altorilievo su lastra
Stato di conservazione

Mancante la voluta di sn. della spalliera; rotti gli avambracci; grossa lacuna in corrispondenza del mento; scheggiature in corrispondenza del volto, dei seni, della testa del volatile e lungo i margini dell’elemento discoidale appoggiato alla sommità del capo; graffi ed incisioni superficiali sul petto e sul corpo del volatile.

Misure
Alt. cm 45; prof. cm 23; largh. cm 30; spess. spalliera max cm 5,8.
Fabbrica
Prodotto di una officina locale
Attribuzione
Cronologia
Primo quarto del VI sec. a.C.
Attuale collocazione
Bibliografia
  • P.E. Arias, Daedalica Siciliae, in Annali della R. Scuola Normale di Pisa, serie II, vol. VI, 1937, pp. 129-133
  • G.M.A. Richter, Korai. Archaic Greek Maidens. London 1968, pp. 41-42, n. 46
  • Langlotz, M. Hirmer, L’arte della Magna Grecia, Roma 1968, pp. 267-268, tav. 28
  • Voza, “Monte Casale ” in P. Pelagatti, G. Voza, Archeologia nella Sicilia sud-orientale, Napoli 1973, p. 132, tav. XLII, 402
  • Ross Holloway, Influences and style in the late archaic and early classical greek sculpture of Sicily and Magna Grecia, Louvain 1975
  • Voza, Cultura artistica fino al V sec. a.C., in AA.VV., La Sicilia antica, vol. II, Napoli 1980, p. 115, fig. 25
  • Rizza, E. De Miro, Le arti figurative dalle origini al V secolo a.C., in AA.VV., Sikanie: Storia e civiltà della Sicilia greca, Milano 1985, p. 173, fig. 170
  • Boardman, Greek sculpture. The Late Classical period, London 1995, p. 162, fig. 172
  • Melfi, Alcune osservazioni sul cosiddetto tempio di Ares a Monte Casale-Kasmenai, in “Geo-archeologia” (2000/2), pp. 39-48.
  • Böhm, Dädalische Kunst Siziliens, Wurzburg 2007, p. 44, tav. 37
  • Panvini, L. Sole, La Sicilia in età arcaica. Dalle apoikiai al 480 a.C., Caltanissetta 2009, p. 201, VI/103 (scheda Manenti).

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