4 – Anfiteatro

L’Anfiteatro romano di Siracusa sorge su una balza rocciosa, in un’area dove convergeva l’asse viario che divideva il quartiere Achradina dalla Neapolis. La cronologia dell’anfiteatro romano è tuttora incerta, ma le ipotesi più accreditate lo riferiscono ad età augustea, dopo la deduzione della colonia da parte di Augusto, nel 21 a.C. o ad età giulio-claudia, per la tecnica edilizia (uso dell’opera reticolata e archi a conci allungati) e in virtù di un’iscrizione dedicatoria, ivi rinvenuta, di età augustea.

L’anfiteatro utilizza l’andamento naturale del terreno; adagiato contro il pendio, presenta la parte inferiore scavata nella roccia tranne che nel lato sud. Questo era costruito in elevato, come la parte superiore del monumento, oggi scomparsa perché demolita, nel XVI secolo, per utilizzarne i blocchi per la costruzione delle fortificazioni spagnole di Ortigia. Le dimensioni (diametro esterno: m 140×119) sono notevoli e ne fanno il maggiore dei tre anfiteatri esistenti in Sicilia, secondo, in Italia, soltanto a quello di Verona.

L’arena (m 70×32) è delimitata da un alto podio; al centro, un ampio vano quadrangolare, era originariamente coperto con un impiantito ligneo, e collegato con un fossato proveniente dal lato meridionale.
Dietro il podio, corre un corridoio anulare coperto a volta (crypta) su cui poggia la prima fila di gradini destinati alle autorità, i cui nomi sono scolpiti sulla pietra. Soltanto la porzione più bassa della cavea (ima cavea) è conservata, mentre della media e summa cavea rimangono le fondazioni. Due ambulacri coperti a volta e un complesso sistema di gradinate permettevano di accedere ai vari ordini di posti. Un portico colonnato coronava, in origine, l’anello superiore.