1 – Akrai Area archeologica

1 – Akrai Area archeologica

Akrai, il cui sito fu identificato dal monaco Tommaso Fazello nel 1500, a sud ovest dell’attuale cittadina di Palazzolo Acreide, è la più antica delle subcolonie di Siracusa, fondata secondo Tucidide nel 664 a.C., su un pianoro a 770 m s.l.m.

La vista che ancor oggi si gode sulla valle dell’Anapo e del Tellaro rende evidente che si tratta di un luogo strategico scelto per avviare la penetrazione e l’espansione di Siracusa all’interno della Sicilia sud-orientale. Lo sviluppo e l’espansione della città avvenne soprattutto nel III secolo a.C., sotto la dominazione di Ierone II che segna il culmine per la monumentalizzazione della cittadina. Dopo la conquista di Siracusa da parte dei romani nel 212 a.C., dalle fonti letterarie sappiamo che la cittadina mantenne un certo ruolo, in dipendenza da Roma (civitas decumana), anche se non è menzionata da Cicerone. Si trova indicata invece nell’elenco dell’Itinerarium Antonini, costituiva certo un punto sulla cosiddetta “via Selinuntina”, che conduceva da Siracusa a Marsala (Lilybaeum). 

Si conserva il tracciato della grande strada urbana, il decumano, largo circa 4 m con un pavimento in grandi basole di basalto poligonali. Da questo asse principale si distaccano vie secondarie a nord e sud, che non incrociano in modo ortogonale il decumano stesso.

Si deve al barone Gabriele Judica la scoperta e lo studio degli edifici più importanti, di cui si dà notizia già in una monografia edita a Messina nel 1819. Nel 1824 si deve allo stesso barone la scoperta del Teatro, di piccole dimensioni ma in ottimo stato di conservazione, con una capienza massima di circa 600 posti. La cavea, in gran parte ricavata nel pendio della collina, con vista panoramica sulla valle dell’Anapo, fino all’Etna, aveva in origine nove cunei, separati da otto scalette. Si presenta oggi con 12 gradini, probabilmente ne aveva altri due. Mancando le parodoi, l’accesso avveniva da due stretti passaggi posti ai lati della scena, di forma semicircolare. Costruito probabilmente nel III secolo a.C., subì modifiche in età romano imperiale, quando furono edificati un pulpitum. una nuova scena più avanzata, fu ridotto lo spazio dell’orchestra, ripavimentata con lastre levigate, visibili ancor oggi. In età bizantina su una parte della scena fu costruito un edificio che si presume fosse utilizzato per la lavorazione del grano, per la presenza di macine e di vari siloi

Di età ieroniana (III sec. a.C.) scoperto sempre dal barone Iudica, è anche il vicino bouleuterion, luogo, in prossimità dell’agorà a cui si accedeva forse attraverso un portico, in cui si riuniva il senato, che si presenta oggi come una sorta di piccolo teatro con tre cunei e sei ordini di sedili, divisi da due scalette.

Sulla collina che doveva essere l’acropoli della città, rimangono le fondazioni di un tempio arcaico della seconda metà del VI sec. a.C., identificato con il tempio di Afrodite, menzionato nella famosa iscrizione ritrovata da Iudica ed oggi esposta al piano terra del Museo Archeologico di Palazzo Cappellani, che costituisce un riferimento per la ricostruzione della topografia e urbanistica della città del III secolo a.C. Dai pochi frammenti architettonici raccolti il tempio doveva essere di ordine dorico, con una peristasi di 6 x 13 colonne, una seconda fila di colonne sulla fronte, che distingue il pronao dalla cella, con adyton posteriore. Nella tarda antichità il tempio, in completa rovina fu usato come una cava di pietra.

In anni più recenti sono state messe in luce, nell’area adiacente, le fondamenta di un altro articolato edificio religioso, il Tesmophorion, dedicato al culto di Demetra e Kore, le divinità i cui culti erano forse i più diffusi in tutta la Sicilia in età arcaica e classica.